Una pubblicità in un SMS di autenticazione: che combina Google?

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La denuncia su Twitter: il messaggio contenente il codice di verifica per l’autenticazione a due fattori era seguito da un’inserzione pubblicitaria.

Inciampo piuttosto imbarazzante per Google, che ha annunciato di avere avviato delle investigazioni per capire come un link pubblicitario sia finito all’interno di un SMS contenete il codice di verifica per l’autenticazione a due fattori di un suo account.

Il caso, segnalato su Twitter dallo sviluppatore Chris Lacy, è effettivamente piuttosto bizzarro. Si tratta di una vera e propria “incursione” pubblicitaria all’interno di un messaggio che, per ovvie ragioni, non dovrebbe contenere nulla se non i dati strettamente necessari per eseguire l’accesso in sicurezza.

All’interno dell’SMS, come si legge nel tweet, è invece presente un collegamento che punta a un’offerta VPN della società di sicurezza Avira. Un contenuto decisamente insolito, che ha portato il sistema antispam di Google a bloccare il messaggio sullo smartphone di Lacy.

A rendere ancora più surreale la questione hanno contribuito gli interventi successivi sul social network da parte di Mark Risher, responsabile della piattaforma di privacy e sicurezza di Google, che ha escluso che la pubblicità origini da Google Ads.

Nei successivi scambi, Lacy e RIsher hanno appurato che il messaggio non era falso. Il codice inviato, infatti, ha permesso allo sviluppatore di accedere al suo account.

Sul fronte opposto, Avira nega qualsiasi coinvolgimento diretto. Il messaggio sarebbe stato infatti inviato da un partner dell’azienda, utilizzando un advertising provider diverso da Google.

Anche chi sperava in una spiegazione da parte dell’operatore telefonico Optus (una compagnia che opera in Australia – ndr) è rimasto deluso. Un portavoce ha infatti negato che l’azienda inserisca link pubblicitari nei messaggi.

Insomma: tutti negano le loro responsabilità ma il messaggio (la cui autenticità è stata confermata da un altro utente a cui è successa la stessa cosa) rimane lì a dimostrare che qualcosa è successo. Come, però, non è ancora dato saperlo. Quello che resta, almeno per Google, è una clamorosa figuraccia.

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