Il riscatto in criptovalute pagato per un attacco ransomware dall’Università di Maastricht nel 2019 si è rivalutato e l’istituto potrebbe recuperare circa €500.000 invece degli €200.000 versati
Nel 2019 l’Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, ha subito un attacco ransomware che ha impedito al personale e agli studenti di accedere a una serie di documenti e servizi, tra cui ricerche, risorse della biblioteca ed e-mail. Per riprendere l’operatività l’istituto ha sborsato un riscatto di 200.000 euro.
Dal momento in cui l’attacco è stato reso noto, nel dicembre 2019, l’università ha collaborato con la polizia e la Procura. L’indagine è stata principalmente di natura digitale, ma ha utilizzato anche strategie finanziarie e operazioni tattiche. Ben presto la ricerca si è spinta al di fuori dei Paesi Bassi e si è instaurata una stretta collaborazione internazionale con vari Paesi in cui è stato possibile raccogliere dati.
Seguendo una pista, il team investigativo si è recato in Ucraina nel 2021. Le autorità locali si sono attivate portando al sequestro della criptovaluta da parte della Procura olandese. Già nel febbraio 2020, la squadra investigativa aveva congelato un wallet con parte del riscatto pagato.
Il valore delle criptovalute trovate all’epoca era di 40.000 euro ma nel frattempo la crescita del Bitcoin lo ha portato a raggiungere circa 500.000 euro. I fondi sequestrati sono ora su un conto della Procura. Il Ministero della Giustizia ha avviato un procedimento legale per garantire che il denaro sia destinato all’università.
Se il denaro verrà recuperato, il consiglio direttivo dell’istituto intende destinarlo a un fondo per gli studenti disagiati, i cui dettagli devono ancora essere definiti. “L’attacco informatico ha mostrato quanto gli studenti possano essere vulnerabili nei loro progressi di studio, ma certamente anche dal punto di vista finanziario” – spiega il vicepresidente del consiglio direttivo dell’istituto, Nick Bos.
“Le crisi che abbiamo vissuto da allora non hanno fatto altro che sottolineare ulteriormente questa vulnerabilità. Alla luce di ciò, il Consiglio direttivo ritiene molto appropriato l’utilizzo di questi fondi per aiutare gli studenti in difficoltà.” – conclude. L’università sottolinea che il danno complessivamente subito a causa dell’attacco è notevolmente superiore a questa cifra.
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