Uscire dall’emergenza per riportare la sala al centro dell’industria cinematografica, l’evento alla Camera

  ICT, Rassegna Stampa
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Per rivedere la conferenza stampa

La pandemia da Covid-19 ha certamente influito sui comportamenti e sulle modalità di consumo dei prodotti culturali e di intrattenimento, generando una sofferenza generalizzata delle sale. Per questo servono scelte politiche coraggiose, che invoglino le persone a tornare in modo abituale nei cinema, trasformandoli in luoghi capaci di far vivere al grande pubblico un’esperienza emozionante.

Ma certamente c’è anche il rapporto con le piattaforme online e l’offerta legale di contenuti cinematografici, delle serie, degli eventi sportivi e programmi di spettacolo, a cui si affianca il problema delle finestre e la pirateria.

Questi i temi al centro della conferenza stampa “Prospettive di Sviluppo dell’Industria Audiovisiva” tenutasi presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, con lo scopo di aprire un confronto ampio tra le associazioni si settore e la politica per individuare strumenti e strategie efficaci nel rilancio del comparto dell’audiovisivo.

Prima di adottare misure pubbliche che potrebbero risultare parziali e non particolarmente tutelanti per l’intera filiera audiovisiva, diventa centrale comprendere a fondo il nuovo pubblico e le sue esigenze.

Mantenere alto il livello di competitività all’interno del mercato dell’audiovisivo è fondamentale, soprattutto in questi tempi difficili. Un settore vivo, che ancora è in grado di offrire occasioni di guadagno per gli investitori, visto che per ogni euro speso si stima un ritorno di 1,97 euro. Un’opera audiovisiva italiana ben commercializzata all’estero rappresenta anche un’eccezionale vetrina per l’intero Paese”, ha spiegato in apertura della conferenza l’On. Guido Germano Pettarin, Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.

Un’industria che ha subito un impatto negativo forte della pandemia e che deve guardarsi anche dall’aggressione della pirateria, fenomeno che non va mai sottovalutato, come molti fanno. Il ritorno in sala risolve sia il primo che il secondo problema, ma vanno cambiate le regole e per questo si guarda anche al Decreto Aiuti. Bisogna tornare a muoversi liberamente e a vivere con meno restrizioni se si vogliono promuovere davvero i consumi e con essi supportare le sale cinematografiche”, ha precisato Pettarin.

Per favorire concretamente la ripresa in Italia del circuito delle sale è necessario però muoversi su alcune linee d’azione, secondo Augusto Preta di ITMedia Conulting, che per l’occasione ha illustrato i risultati di un nuovo Rapporto sul comparto.

“Tre sono gli elementi che si possono evidenziare in prima battuta: la sala deve tornare al centro dell’attenzione dell’industria audiovisiva e in particolare cinematografica; per favorire questo processo si devono ampliare i tempi di programmazione, quindi allargare le finestre (la finestra è un periodo di tempo per cui un film lo si può vedere esclusivamente in sala); ruolo centrale della normativa di riferimento per tutelare il comparto e favorirne il rilancio, come in Francia”, ha dichiarato Preta.

Normativa che è presente in molti Paesi europei e occidentali, tra cui gli Stati Uniti, dove però si presenta più flessibile che nel vecchio continente: “In Francia ha prodotto ottimi risultati, ma in Italia c’è ancora una fase di attesa. Da noi le cose non vanno bene anche a causa di un periodo di chiusura delle sale dovuto al Covid-19 che è stato estremamente dannoso, alle attuali misure restrittive e ad una debolezza ormai cronica della produzione nazionale di pellicole e serie”.

Un film fa il pieno al box office nelle prime tre settimane circa, mentre ci vogliono altre tre settimane per il completamento del ciclo distributivo. Da una parte si deve assecondare il mercato e le sue dinamiche, se si vuole sfruttare ogni occasione offerta, studiando il tempo giusto per le finestre, dall’altra valutare sempre con attenzione il peso della pirateria. Il contrasto alla criminalità non passa però per la normazione troppo rigida del settore, che potrebbe invece spingere gli utenti di nuovo tra le braccia dell’offerta illegale”, ha affermato Preta.

Sul rapporto tra spettatori, sala e contenuti piratati, secondo Giorgio Tacchia CEO di Chili, bisogna comprendere a fondo le motivazioni del consumatore: “Il fatto che un film abbia una vita tropo breve in sala potrebbe spingere lo spettatore che non fa in tempo a vederlo a cercarlo in rete, prima sulle piattaforme streaming dell’offerta legale, poi rivolgendosi all’offerta pirata”.

Le finestre sono quindi degli strumenti utili per favorire la sala e il consumo online, ma una normativa troppo restrittiva potrebbe far saltare l’equilibrio e favorire la pirateria invece che gli esercenti”, ha continuato Tacchia.

’Bisogna tornare ad investire, soprattutto nell’industria culturale. Il mercato deve essere rilanciato ed i consumi culturali rappresentano un asset da valorizzare. Tornare in sala significa anche far girare l’economia. Ogni volta che qualcuno va al cinema si alimenta la spesa, perché prima o dopo l’esperienza in sala si acquistano cibo e bevande, magari si fa shopping nei negozi vicini al cinema. Dare spazio alle piattaforme a danno delle sale è antieconomico. Per superare la crisi legata alla pandemia, invece, le persone devono essere libere di muoversi e consumare e le imprese devono essere pronte a favorire la spesa.

C’è da lavorare per promuovere occasioni di business e consumi, tanto più se sono riferiti a cultura e creatività. Imporre vincoli superflui non fa altro che aggravare la situazione”, ha spiegato Davide Rossi, DG Aires.

Si parla di centralità della sala e questo è un argomento fuori discussione e sappiamo che questo Governo si sta impegnando per supportare l’industria audiovisiva nel momento critico del passaggio in sala. La questione è capire il perché il pubblico si sia allontanato dalla fruizione classica. Le finestre sono state concepite per incentivare il ritorno in sala, ma forse non nel modo giusto. Non abbiamo una regolamentazione chiara, se non per i film italiani, anche se c’è la proposta dei 90-180 giorni di finestra. Oltre il 90% dell’incasso si fa nelle primissime settimane, ma alcuni film non restano che qualche giorno in programmazione, mentre potrebbero avere una vita più lunga sulle piattaforme online.
La memoria storica ci dice che il protezionismo non ha mai salvato il mercato.
Il ministero della Cultura ha indetto un bando con scadenza al 31 agosto per mappare i nuovi gusti del pubblico.
Approvare norme prima di capire il motivo della fuga dalle sale non è una scelta saggia. In estate poi il cinema italiano ha sempre sofferto. Fondamentale per questo è lavorare di più sulla promozione dei film, a partire dalla possibilità di comprare biglietti con l’App18, o con il bonus insegnanti, con le proiezioni mattutine dedicate agli studenti, sviluppando progetti di marketing dedicati al rilancio del cinema, magari anche con defiscalizzazioni dei biglietti o sconti sull’IVA sui biglietti”, ha invece dichiarato Pierluigi Bernasconi, Presidente Univideo.

Il cinema si vive in sala e continuare ad insistere con misure troppo restrittive legate alla pandemia non farà altro che allontanare ancora di più il pubblico da questi luoghi di cultura, spingendolo magari a preferire la pirateria online, che è causa di 700 milioni di euro di mancati incassi per l’intera industria”, ha infine detto Bernasconi.

Per rivedere la conferenza stampa

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