Il Pubblico Ministero del processo contro Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, sotto accusa per il famoso titolo “La Patata Bollente”, ha chiesto tre anni e quattro mesi a Feltri, che, tra l’altro, era solo direttore editoriale di Libero e otto mesi per Senaldi, direttore responsabile.
Una sanzione demenziale per un titolo con un doppio senso, la “Patata bollente”, riferito alla Raggi, ma appunto per questo da prendere per il senso giusto, al limite, non per quello colto dai PM. Perché questa richiesta astrusa, quando perfino la Cassazione ha affermato che siano illegittime le condanne penali per questi casi. Vittorio Feltri ha detto che, piuttosto che andare in galera, si spara in testa. Peccato, perché sarebbe stato in buona compagnia: Giovanni Guareschi, per fare un nome, finì in galera.
Eccovi l’intervista a RadioRadio
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