Esentare dalla web tax “la concessionaria del servizio pubblico, i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici e i concessionari radiofonici soggetti alla giurisdizione italiana e gli editori di testate giornalistiche online registrate presso il Tribunale di competenza”.
A proporlo Forza Italia, in un emendamento alla manovra di Bilancio, intervenendo sulla norma che nelle scorse settimane aveva povocato preoccupazione e disappunto tra gli editori.
Ma il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti è favorevole per trovare nuove risorse.
Cosa prevede l’emendamento
La nuova disposizione – così come era stata proposta – avrebbe eliminato le soglie attualmente previste, che escludevano dall’imposta le imprese con meno di 750 milioni di fatturato globale e ricavi da servizi digitali in Italia inferiori a 5,5 milioni.
L’emendamento di FI, scrive Ansa, prevede l’eliminazione dell’estensione verso il basso della web tax per mantenerla solo per i così detti giganti del web che fatturano almeno 750 milioni di euro all’anno.
L’esenzione – viene spiegato – opererebbe quindi “per RAI, Mediaset, Sky e altri operatori del settore nonché per le testate giornalistiche online”.
L’Italia vorrebbe cambiare le regole della Digital services act, la tassa sui servizi digitali, nota anche come web tax. Fino a oggi, solo i colossi del web come Google o Meta dovevano pagarla, ma da gennaio 2025 il governo vorrebbe allargarla a tutte le aziende che offrono servizi su internet nel nostro paese, eliminando le attuali soglie di fatturato globale e locale. L’ipotesi ha sollevato un vespaio di proteste da parte di aziende e startup tecnologiche.
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