WhatsApp ha paura di possibili sanzioni. Per ora, non limita chi non accetta la nuova privacy policy

  ICT, Rassegna Stampa
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WhatsApp ha paura di possibili sanzioni dei Garanti Privacy. Così non limiterà più gli account di chi non accetta le nuove regole privacy. Tra l’altro, questo lo prevede il GDPR, nell’articolo 7, comma 4.

Whatsapp, la motivazione del dietrofront

La nuova privacy policy è entrata in vigore dal 15 maggio e, per gli utenti che non le accettavano entro un tempo limite, la società prevedeva restrizioni nell’uso di alcune funzioni, anche chiamate e messaggi. Sembra che ora, invece, la società abbia deciso di cambiare approccio. “Date le recenti discussioni con varie autorità ed esperti di privacy, vogliamo chiarire che attualmente non abbiamo in programma di limitare la funzionalità per coloro che non hanno ancora accettato l’aggiornamento. Continueremo invece a ricordare agli utenti di volta in volta le novità dell’aggiornamento”, ha spiegato la società.

Il primo No dal Garante Privacy di Amburgo

Nella sua pagina di supporto agli utenti aggiornata, WhatsApp ha anche affermato che non prevede di trasformare il promemoria sull’aggiornamento delle regole privacy facendolo diventare persistente, come annunciato inizialmente. Il dietrofront potrebbe essere generato da un malcontento degli utenti che aveva provocato un travaso nelle chat concorrenti come Telegram e Signal; ma anche nell’iniziativa della Germania, che qualche settimana fa ha bloccato la raccolta dei dati di WhatsApp. “Dobbiamo prevenire i danni e gli svantaggi legati a una tale procedura condotta a scatola chiusa“, aveva affermato il Garante Privacy di Amburgo.

In attesa della decisione del comitato dei Garanti Ue

Il blocco tedesco vale per tre mesi e in questo lasso di tempo il Garante di Amburgo vuole portare il caso all’attenzione dell’organismo europeo che raccoglie tutti i garanti della Ue (European Data Protection Board). La decisione del Board potrebbe portare ad una sentenza legale a livello europeo, che potrebbe imporre di proteggere tutti i cittadini Ue di tutti gli stati membri dalla nuova privacy policy di Whatsapp.

Quindi gli utenti che hanno espresso il consenso entro il 15 maggio alla nuova informativa privacy per timore di un blocco o di un uso limito dell’app, sono stati ingannati da WhatsApp? Infatti, il consenso non è stato dato liberamente, poiché WhatsApp richiedeva l’accettazione delle nuove disposizioni come condizione per il continuo utilizzo delle funzionalità del servizio.

Una pratica che vìola il GDPR? Secondo l’articolo 7, comma 4, se la base legale è il consenso, la negazione del consenso non può comportare limitazioni di un servizio.

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