
“Mio marito è bipolare”, scrive Kim Kardashian, la moglie miliardaria del noto rapper e produttore statunitense Kanye West, sulle stories del suo seguitissimo profilo Instagram.
Dopo l’annuncio della sua candidatura alla Casa Bianca, risalente al 5 luglio, che ha lasciato spiazzati tutti e a cui hanno fatto seguito dichiarazioni contraddittorie, confuse, a dir poco folli, sua moglie ha deciso di intervenire personalmente sulla vicenda, dichiarando sul social:
“Come molti di voi sanno Kanye ha un disturbo bipolare e chiunque lo abbia o viva con persone che ne sono afflitte sa come sia tutto difficile e complicato… Non ne ho mai parlato pubblicamente per tutelare i nostri figli… Ma oggi sento che devo affrontare il tema a causa dello stigma e delle idee sbagliate sulla salute mentale”.
La donna ha poi aggiunto: “Oltre alle pressioni di essere un artista e un uomo di colore, Kanye, che ha sofferto la dolorosa perdita di sua madre, deve affrontare anche la pressione e l’isolamento accentuati dal suo disturbo bipolare. Quelli che sono vicini a Kanye conoscono il suo cuore e capiscono che le sue parole alcune volte non si allineano con le sue intenzioni”. La secondogenita di una delle famiglie più influenti d’America ha affermato poi di voler porre l’attenzione sull’importanza di prendersi cura delle persone che soffrono di malattie mentali.
“Vivere con il disturbo bipolare non diminuisce o invalida i suoi sogni e le sue idee creative”, ha poi spiegato Kim, chiedendo per la sua famiglia ai media e al pubblico “grazia, compassione ed empatia per superare il loro momento difficile…”.
L’influencer e reality star della celebre serie televisiva “Keeping Up with the Kardashians” ha deciso di scendere in cambio per provare a giustificare o perlomeno a dare una spiegazione al comportamento ambiguo e delirante del marito, dopo una raffica di tweet insensati, fra cui quello in cui il rapper sosteneva che la moglie stesse tentando di farlo ricoverare con l’aiuto di alcuni medici e l’approvazione della suocera Kris Jenner. O ancora, quello in cui accusava sempre la consorte e la suocera di “supremazia bianca” per aver pubblicato una dichiarazione senza il suo consenso, per arrivare a quello, in seguito cancellato, in cui ha confessato di aver cercato di divorziare da Kim.
IL PRIMO COMIZIO DI WEST IN CAROLINA DEL SUD
Ma i colpi di scena che ha riservato Kanye non finiscono qui: soltanto pochi giorni fa, durante il suo primo comizio da candidato alle presidenziali Usa, a North Charleston, in Carolina del Sud, il rapper ha tenuto un lungo monologo in cui ha affrontato diversi temi, dalla religione al commercio internazionale, dalla famiglia al diritto all’aborto. Fino all’ammissione, in lacrime, di aver “quasi ucciso” il suo primo figlio, facendo intendere di aver fatto pressioni sulla moglie affinché abortisse. West si è presentato sul palco con i capelli rasati per mostrare il numero 2020, e con un giubbotto militare addosso. Resta da capire se la sua candidatura sia effettiva o si tratti, invece, di un bluff, di una vera e propria operazione di marketing. Il suo amico e collaboratore Damon Dash ha da subito smentito questa tesi, dichiarando a Page Six: “La gente pensa che lui sia pazzo perché si è messo a piangere davanti a tutti, ma in realtà sta benissimo. Se questo significa perdere la testa, allora voglio perderla pure io. Spesso lavoriamo insieme e lo vedo felice. Certo, magari un po’ stanco, ma è produttivo e si diverte”.
TUTTE LE INCOGNITE DELLA SUA CANDIDATURA
La verità la scopriremo nei prossimi giorni, ma per ora ogni ipotesi resta plausibile. Dopo tutto stiamo parlando di una personaggio che da quindici anni a questa parte non hai messo di far parlare di sé. Basti pensare che lo scorso anno ha fatto realizzare la sua chiesa personale vicino casa e si è autosoprannominato Yeezus, termine molto vicino a Jesus, traduzione inglese della parola “Gesù”. Come se non bastasse, ha comprato un ranch nel Wyoming da 14 milioni di dollari dove organizzare incontri spirituali: è proprio lì che si è rifugiato negli ultimi giorni, assieme ad alcuni amici, dopo il suo primo controverso comizio politico.
Le incognite sulla sua candidatura però permangono: oltre ad aver mancato le scadenze per candidarsi in vari Stati, non è chiaro come farà a raccogliere le decine di migliaia di firme necessarie altrove. L’unico stato in cui, finora, è riuscito a candidarsi è stato l’Oklahoma, per tutti gli altri sarà un continua corsa ad ostacoli. Certo è che da convinto sostenitore delle politiche di Trump, per elezioni di novembre Kanye sarà dall’altra parte della barricata. Uno sfidante inaspettato per l’attuale presidente Usa che potrebbe rivelarsi un ottimo “alleato” per rosicchiare voti al democratico Biden, oppure una spina nel fianco difficile da eliminare.
DAL RAP AL POP: LA CANDIDATURA (IRONICA) DI PARIS HILTON
Dopo la clamorosa candidatura di West, a pochi giorni di distanza arriva l’annuncio ufficiale niente di meno di Paris Hilton, anche lei in corsa per le presidenziali 2020. La comunicazione viene diffusa tramite i suoi profili Facebook, Instagram e Twitter. Lo stile è sopra le righe e inconfondibile, quello a cui Paris ci ha da sempre abituati: un fotomontaggio in bianco e nero mostra la vip con indosso un completo estremamente audace e la casa Bianca sullo sfondo, mentre uno slogan recita la frase ironica: “Make America Hot Again!“.
Non è ancora chiaro se le sue intenzioni siano genuine o si tratti, anche in questo caso, di un’operazione di marketing, ma nel frattempo la modella miliardaria non ha perso tempo e ha già illustrato i punti salienti del suo programma elettorale: riverniciare la Casa Bianca per renderla rosa ed essere onesta nell’esprimere il suo giudizio quando indossiamo abiti brutti (quest’ultima affermazione potrebbe essere un richiamo sarcastico all’atteggiamento di Donald Trump, noto per i suoi commenti negativi sull’aspetto fisico degli altri). L’interrogativo più importante, rivolto ai suoi elettori, riguarda invece la possibilità di trasformare radicalmente l‘ufficio Ovale in uno a forma di cuore.
UNA SFIDA A COLPI DI HASHTAG E MEME
Seria o meno, possiamo dire che la candidatura dell’influenzar americana risulta sicuramente più “pop” e originale di quella di West, che si affida a valori bizzarri e anacronistici. Una cosa è certa: questa campagna elettorale non sarà priva di colpi di scena e resterà nella storia come quella più “commerciale” e strategica di sempre. Sempre di più infatti politica ed entertainment sono legati a doppio filo nella cultura americana, dove cantanti, produttori e imprenditori si improvvisano leader politici grazie al loro carisma e al numero impressionante di seguaci raccolti sui propri profili social. Sarà una sfida a colpa di hashtag, tweet e meme.
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